Questa volta parlerò di
qualcosa di qualcosa che può sembrare il massimo della vanità,
eppure è di uso comune e quotidiano: i profumi.
Oramai troviamo ogni
genere di profumo, da quello, ovviamente, personale, a quelli per
ambienti, ci sono perfino fragranze, ed essenze, tanto quando olii
ricercati e costosi, fatti espressamente per la casa.
Ovviamente nel tempo è
cambiato tutto, e le fragranze si sono ‘evolute’ arricchendosi di
essenze ed olii essenziali estratti da piante che fino agli anni ’70
non erano considerate ‘abbastanza’ nobile per essere utilizzate
nell’industria profumiera.
Teniamo a mente da dove
sia partito il primo vero profumo? La prima essenza?
Ovviamente la risposta
che vi state dando è quella corretta, la prima essenza è stata
ovviamente francese.
Si trattava di una
sostanza oleosa, a base di oli estratti dalle piante e fiori,
estratti di legni (sandalo) grasso animale, ed ambra marina (la
famosissima ambra grigia), densa e di un colore giallo scuro. Era di
qualcosa di estremamente diverso da come è arrivato ai nostri
giorni, e nel corso del tempo le formule dei profumi sono cambiate.
Le boccette ad esempio
erano in cristallo, o vetro spesso ed occorrevano settimane perché
la fragranza fosse pronta, la formula poteva variare a seconda delle
stagioni-per via dei fiori e delle piante che si reperivano durante i
mesi invernali, piuttosto che in quelli primaverili-, e ci si doveva
recare dal ‘maestro profumiere’ perché riempisse le boccette.
Queste boccette,
acquistate addirittura in gioielleria avevano anche loro un costo, ed
era cura del cliente fornirle, erano piccole e non contenevano molto
liquido, più o meno quel che oggi considereremmo 25/30Ml.
Pensate che solo
pochissime persone fra fine del 1800 ed inizi del ‘900 poteva
permettersi il profumo, ed ovviamente era solo ad appannaggio
femminile, per gli uomini c’erano infatti le cosiddette ‘colonie’
che erano molto più leggere e meno sofisticate.
Breve inciso sull’acqua
di colonia, nota come colonia che nasceva invece sin dal 1660, ed era
una combinazione ilio essenziali ed acqua distillata.
I profumi che finalmente
solo alla fine degli anni ’50, hanno cominciato ad essere
commercializzati a quel punto si erano ‘modernizzati’ e
moltissime case profumiere cominciarono a venderle timidamente presso
i saloni di bellezza, e presso i barbieri di lusso.
A questo punto si parlava
sempre di essenza o fragranze, il profumo infatti continuava ad
essere ‘puro’, sempre la stessa formula, estratti di piante
aromatiche, ilio essenziali di fiori, ed ambra grigia marina.
Restavano pur sempre
costosi i profumi, ed infatti ‘le signore’ come mostrato in
iconici film americani, piuttosto che acquistarli se li facevano
mettere nei saloni di bellezza, dopo la messa in piega.
E’ proprio così che
una famosissima casa cosmetica americana, Estee Lauder ha sviluppato
alcune delle sue più note fragranze, come Pure White Linen. Studiato
per adeguarsi alle giovani spose in quanto, quasi completamente a
base di fiori bianchi. Seguirono poi altre famosissimi profumi dalla
Lauder, ma la più storica resta Pure White Linen.
Finalmente nel decennio
successivo gli anni ’60 i profumi cominciarono ad essere venduti
direttamente al pubblico, in negozi specializzati che prendevano il
nome di ‘Profumerie’ ed erano, necessariamente, una
modernizzazione delle botteghe dei maestri profumieri diffuse solo in
alcune capitali europee.
A questo punto i profumi
avevano smesso di essere densi, dal colore torbido, sempre sul giallo
ambra, se possibile anche più scuro, non si ‘ricaricavano’ in
boccette piccole, e fornite dal cliente, non c’era nessuna attesa
per creare la fragranza, ma erano già pronte per la vendita,
imbottigliate, sempre in vetro ma con l’etichetta del produttore,
che fosse Dior, Chanel, Rochas, Givenchy, o Yves Saint Laurent, ma ci
sono anche Roger&Gallet leader delle colonie.
Accidenti siamo partiti
da lontano per arrivare agli anni ’60, ed è qui che i profumi
cominciano a diventare un lusso vero e proprio a cui le persone non
vogliono rinunciare.
C’è da dire che fino
agli anni ’60 la produzione delle fragranze era tutto sommato
artigianali, non c’erano altro che olii essenziali di alcuni legni,
perlopiù sandalo, olii di fiori, ambra grigia, olii di castoro.
I formati in cui i
profumi sono offerti svariano dalle boccette piccole, solitamente
20/30Ml fino ai 100Ml e perfino i 200Ml.
I formati da vendita
restarono questi fino alla fine degli anni ’70, perché è stato
allora che le formule sono cambiate, aggiungendo alla formula
originale alcool ed etanolo, e diminuendo la presenza di ambra
grigia-per via delle pressioni ambientaliste- e quella di olii
essenziali sia di fiori che di legni.
Questa scelta è stata
dettata sia dai costi di produzione, sia dalla produzione
continuativa dei profumi stessi per tutto la durata dell’anno
solare.
Non era immaginabile né
sostenibile produrre ‘Miss Dior’ consecutivamente senza alterarne
leggermente la composizione, non si parla ovviamente degli olii
essenziali e floreali ma solo delle percentuali della formula
ovviamente.
Era anche scontato che si
usasse qualcosa di più corposo che aiutasse il profumo e la sua
essenza a mantenersi inalterata nei mesi, o negli anni.
Gli anni ’70 sono stati
rivoluzionari per l’industria dei profumi, l’impatto della
modernità si avvertì anche nelle fragranze, è infatti negli anni
’70 che nascerà una delle più rivoluzionarie fragranze femminili,
a dispetto delle più note di Chanel, sto parlando di Opium di Yves
Saint Laurent.
Nel 1972 nasce infatti il
primo profumo orientale, ispirato alla Cina Imperiale, che da qual
momento detterà una svolta nel campo delle formule dei profumi e
delle essenze, discostandosi dalle classiche note floreali e dolci,
dalle cipriate date da ambra, alcool, e ambra.
In Opium sono presenti
fiori aspri, legni orientali, ed orchidea.
Poi sono arrivati gli
anni ’80 in cui c'è stata una transizione, in alcuni casi non
riuscitissima, fra commercializzazione, mediatizzazione, ed effettiva
ricerca di nuove frontiere delle fragranze.
Tutti i marchi, da Sergio
Tacchini, a Soprani, per finire a Najoleari dovevano avere un
profumo, era un cosa che non poteva mancare.
Gli anni ’80 hanno
segnato l’esplosione del ‘EAU DE TOILETTE’ che ha quasi
soppiantato il classico ‘EAU DE PARFUM’ ed anche del famigerato
erogatore/dispenser che purtroppo ha finito con il soppiantare verso
la fine degli anni ’90 il tappo detto a ‘contagocce’ che era in
uso da sempre.
Ma tuttavia c’era
ancora la qualità, seppure si cercasse di tenere sotto controllo i
costi, che negli anni erano mano mano lievitati sempre di più, fra
tutte ci sono ‘Posion’ di Dior, il classico con boccetta viola e
liquido nero, scatola verde esternamente. Qualcosa di inaspettato fra
classico, un profumo ambrato, speziato, corposo, ma al tempo stesso
privo dell’effetto cipriato, o incensato che era stato un classico
fino al decennio precedente.
Negli anni ’80 quel che
non può mancare è il cosiddetto ‘omaggio’, potevano essere
spille, bracciali, ciondoli con laccetti che riproducevano un
dettaglio delle bottiglie di profumo,se per caso avete una mamma, o
una zia chiedete loro se conservano ancora alcuni di questi omaggi,
oggi hanno un valore da collezione, oltre che essere considerati
della bigiotteria vera e propria.
Gli anni ’90 sono stati
all’insegna di un minimalismo anche nelle fragranze, sempre spinte
dalla immancabile pubblicità, ormai sparite le classiche bottiglie
elaborate vediamo arrivare sui banchi delle profumerie bottiglie
‘anonime’ come quella del famosissimo CK One, una fragranza
unisex che ha fatto da mattatrice per tutto il decennio.
Un fragranza degna do
nota è il primo profumo di Jean Paul Gaultier, la boccetta a forma
di manichino in tubo di latta è stata quasi un icona, un profumo
cipriato e per niente floreale che richiama all’olfatto le vecchie
fragranze storiche degli anni ’60, arrivata nel 1996.
Ma il cambiamento
definitivo ci fu qualche anno prima con Angel di Thierry Mugler, una
fragranza molto amata, che propone note fruttate miste al bergamotto.
Innovativa la confezione
a forma di stella a 5 punte, che nei formati più piccoli si adagia
sul ripiano. Qui si torna indietro perché fu proposto per anni solo
nella versione eau de parfum, mentre ciò che non mancava per tutti
gli anni ’90 era l’immancabile eau de toilette.
Anche i punti vendita negli anni sono
cambiati, da boutique di lusso ed esclusive dei primi anni ’30, ai
saloni di bellezza rinomati negli anni ’50, fino alle profumerie
vere e proprie degli anni ’60, dagli anni ’70 in avanti i profumi
saranno venduti nelle boutique accanto a capi prestigiosi, negli
esclusivi spazi di grandi magazzini di lusso come il notissimo
Harrods a Londra, ed in alcuni prestigiose catene alberghiere, per
essere invece diffusi in normalissime profumerie multimarca negli
anni ’80, oppure acquistabili in volo evitando le tasse
d’importazione-ebbene si, per chi fosse giovane, prima della Unione
Europea per acquisti fatti fuori dal nostro paese si doveva pagare
l’importazione, azzerando il risparmio sul prezzo al dettaglio con
iva più bassa-
Mentre negli anni ’90 con l’avvento
dei centri commerciali, vedremo grandissimi punti vendita e la
nascita delle primissime catene di profumeria all’ingrosso, che
saranno poi le antenate di notissime profumerie con numerosissimi
punti vendita come Limoni, Sephora e Douglas tutte con relativi siti
e-commerce per acquisto on-line.
Perché non dimentichiamo che nella
seconda metà degli anni ’90 internet si è finalmente sviluppato
anche nel vecchio continente, dando una connotazione virtuale anche
all’acquisto dei profumi e cosmetica, considerati prodotti di
lusso.
Insomma se negli anni ’70 ed ’80 si
è cercato di rendere accessibile a tutti i profumi, se negli anni
’90 si è cercato di offrire prezzi contenuti, nel nuovo millennio,
chissà magari per cercare di un antidoto al mercato saturo di
fragranze ed essenze, si ritorna all’esclusività.
E’ in questa chiave che alcuni marchi
storici come Dior, Chanel, ma lo stesso Cartier lanciano di quando in
quando edizioni limitate delle loro fragranze, vendute solo ed
esclusivamente in alcuni punti vendita monomarca, gestiti dagli
stessi produttori.
Nel nuovo millennio cambia un po’
tutto, sembra che la tradizione sia quasi ‘soppiantata’ dalla
innovazione, molti componenti dell’antica formula dei profumi già
negli anni precedenti aveva subito cambiamenti, per via delle
pressioni animaliste olii animali, ed ambra marina erano stati
bannati dall’industria profumiera, e nel 2010 anche il
muschio-essenziale per diverse storiche fragranze- fu aggiunto alla
lunga lista.
Ecco allora che la chimica si è
affiancata all’antica arte della produzione dei profumi, con le
nuove tecnologie è stato possibile infatti ‘sintetizzare’ o se
preferiamo, ‘riprodurre’ in laboratorio ambra, muschio, e
vaniglia, piuttosto che orchidea o altri fiori costosi e rari, che
per esiguo quantitativo non erano sufficienti a garantire una
produzione continuativa della fragranza.
Mentre moltissime casa anche note sono
passate a queste nuove tecniche in controtendenza si sono mosse
invece case come Estee Lauder e Thierry Mugler, entrambe preferendo
una produzione stagionale, come nel caso di Lauder, oppure limitata
come Mugler.
Con il nuovo millennio cadono anche le
barriere riguardo gli ingredienti scelti per comporre, o sintetizzare
una fragranza, si usano anche caffè, cioccolato fondente, tabacco,
ribes, melograno e tutte le cose più bizzarre che vi possono venire
in mente.
I risultati non sempre sono
all’altezza, e sempre più case preferiscono ritirare dal commercio
uno storico profumo, come il caso di ‘So Pretty’ di Cartier,
‘Tendre Poison’ di Dior, ‘Femme’ di Rochas ma anche altri
della Lauder, piuttosto che offrire una fragranza ‘rimaneggiata’
e ‘modernizzata’ che non sarebbero all’altezza del profumo
originale.
Attualmente vediamo che anche le
bottiglie dei profumi sono molto diverse tra di loro, si sazia da
forme classiche come bottiglie cubiche, o rettangolare, a quelle
sfaccettate, a quelle in stile barbiere dei primi del 1800-come il
caso della nuova bottiglia di Must di Cartier- oppure astratte, o che
inneggiano alla silhouette femminile come Organza, di Givenchy,
insomma moltissime forme, alcune più moderne di altre.
E’ scomparso definitivamente il tappo
in vetro, ed il vecchio metodo, molto elegante, del ‘contagocce’,
e talvolta anche tappi, ed erogatori alias dispense sono molto spesso
in rubinetteria anziché ottone come fino agli ‘80.
Insomma un occhio al progresso si, ma
spesso anche al risparmio, da nostalgica preferisco il vetro, tappi
inclusi ed avere la scelta del ‘contagocce’ non mi dispiacerebbe,
ma ovviamente de gusti bus.
Profumi e come sceglierli-Parte 2
Profumi e come sceglierli-Parte 2
Foto prese da Pinterest |
Maria C. classica figlia degli anni ’80, è una appassionata di moda ed accessori, ha ovviamente una smodata passione per le borse d’alta moda. Studi classici, lingua estera parlata è l’inglese e la sua principale passione è l’acquisto on-line di accessori ed molto altro.
Un'altra sua passione è la bigiotteria vintage e che talvolta ‘reinventa’ per dare vita a nuove creazioni.
Appassionata di Ball Jointed Doll, ha una discreta collezione di bambole di cui la maggior parte personalizzate da lei e per cui si diverta a creare anche parrucche ed occhi.
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