giovedì 14 dicembre 2017

Hannibal 3° stagione: Considerazioni e Personaggi principali

Considerazioni e Personaggi principali
Finito con la trama vado a sottolineare delle ulteriori caratteristiche di questa serie.
Un punto che ho trovato poco coinvolgente è il linguaggio, va bene si tratta di un serial killer psichiatra ma la scelta forzata di questo linguaggio aulico quanto contorto, alla disperata e pedissequa ricerca delle metafore, e la mancanza di emozioni istintive, da parte di quasi tutti i personaggi, ad un certo livello diventa talmente patologica da rendere tutto asettico.
Ci vengono mostrate immagini di Hannibal che arto dopo arto cucina e mangia una delle sue vittime Abel Gideon, e che ovviamente intrattiene con lo stesso conversazioni astratte a tavola, che spaziano dai sentimenti umani, fino al concetto di bene e male, ed esistenza, tutto troppo forzato e poco coinvolgente.
Infatti se è logico pensare che Hannibal ed anche Bedelia, tanto quanto Alana Bloom e Chilton, abbiamo ed usino questo tipo di comunicazione e linguaggio, sono quattro psichiatri alla fin fine, non trovo molto sensato che anche Graham, tanto quando Abigail, piuttosto che Jack Crawford e così via anche personaggi minori, come la figura del commendatore Pazzi-ehm forse intendevano forse commissario, ispettore? Ai posteri l'ardua sentenza- utilizzino lo stesso modo di esprimersi. Livella le differenze fra i vari personaggi, e spesso mi sono ritrovava a pensare quale citazione sarebbe stata snocciolata da questo o quel personaggio durante i dialoghi, alcuni dei quali estenuanti tanto quanto sterili ai fini dello svolgimento della trama.
Si tratta infatti di frasi ad effetto che girano attorno ad un argomento senza affrontarlo mai direttamente, sottintesi, metafore, similitudini azzardate anche scioccanti, frasi sarcastiche e pungenti che i personaggi pronunciano in modo flemmatico, insomma non c'è mai qualcosa di genuino, tutto è finalizzato ad un effetto ricercato che diventa prevedibile tanto quanto noioso:
L'effetto è la nichilizzazione di ogni singolo aspetto umano dei personaggi, in modo tale che possano essere visti tutti come dei potenziali sociopatici, incapaci di empatizzare, cronicamente anaffettivi, forse anche peggio dei serial killer-morale già sfruttata nella serie American Horror Story Freak Show- insomma dipinge gli esseri umani come persone prive di ogni scrupolo e pietà, edonisti, egoisti, le persone 'comuni' sono i veri mostri, non gli individui definiti tali.

Insomma quello che con costanza ed insistenza si cerca di presentare è come le persone comuni, con il loro pregi e difetti, che provano compassione, pietà, affetto o amore siano in realtà degli ipocriti che indossano delle maschere, e che se tutti fossero invece semplicemente crudeli, privi di pietà e sentimenti il mondo sarebbe un posto migliore, ricordiamo la frase che Hannibal dice a Bedelia:“Mi sono strappato la maschera da essere umano”
Stesso discorso è molto spesso fatto con la religione e Dio, è una costante della serie un po' tipico di chiunque cerchi di eradicare l'etica, e trasformarla in un moralismo sterile per giustificare atti istintivi e morbosi: Se tutti ci identifichiamo come animali, guidati semplicemente dal nostro più viscerale istinto, saremmo tutti liberi dalle catene etiche fasulle che la società ci impone prima della nostra nascita, senza che noi neppure ne siamo messi a conoscenza, non l'avete già sentita?
Un terzo punto è che c'è un immenso sforzo per mettere Hannibal sempre e comunque al centro della scena seppure indirettamente, sempre sfruttando i dialoghi, non si parla di niente altro se non del killer, di quello che ha fatto, che potrebbe fare o sta facendo, delle persone che ha manipolato, e come le messe in condizioni di manipolarle, insomma come una specie di presenza domina tutta la scena, perdendo ad un certo punto di importanza, lo si da come scontato, quasi come un fatto assodato, sappiamo che Hannibal sarà l'argomento di conversazione, mentre invece sarebbe stato il caso di mostrare che cosa lui stesse facendo. Giusto, Hannibal è il protagonista, ma così non va, e sinceramente mi ricorda “Twin Peaks” di David Linch, dove Laura Palmer e la sua 'ombra' avvolgeva tutta la cittadina, ma dava una sensazione decisamente più avvincente.
Tutto questo è particolarmente evidente nelle prime puntate dove la narrazione si divide fra Stati Uniti ed Europa, una volta che tutti i protagonisti si troveranno a Firenze l'azione accelererà ma questo sarà solo per due puntate, perché successivamente si torna nuovamente alla solita narrazione.
Veniamo ai personaggi sono tutti più o meno con le stesse caratteristiche, vale a dire quasi algidi, indifferenti, con doppi fini celati o manifestati, insomma anziché avere una varietà di personaggi ne abbiamo tanti tutti ugualmente cerebrali e distaccati, privi di emotività che non manifestano né provano troppi sentimenti. Non avrei preteso i soliti stereotipi tipici delle serie americane, cioè l'eroe incorruttibile, quello con gli alti ideali, che non molla mai, lottando da solo contro tutti, contrapposto ad un malvagio che non ha rispetto per niente e nessuno, appoggiato da corrotti che riesce sempre a cadere in piedi, ma onestamente anche in una serie classica come Law and Order trovo personaggi meglio caratterizzati e differenti fra loro. In “Hannibal” si gioca volutamente fra ombre e luci, nel tentativo di confondere lo spettatore per farlo empatizzare con personaggi assolutamente negativi, perché di base non c'è nessun personaggio positivo.
Come ho detto già il linguaggio livella quelle poche differenze che ci sono tra i personaggi, ma anche andando avanti con la visione della serie ho trovato che paradossalmente tutti i personaggi seguissero un canovaccio ben stabilito, si insomma che agissero per luoghi comuni.
Gli unici due personaggi più lineari che per questo restano a mio avviso i migliori, sono Jack Crawford, agente di spicco dell'FBI che è disposto a sacrificare tutto per la sua carriera, e per raggiungere i suoi scopi, e la figura inquietante ma decisamente realistica di Mason Verger, un pedofilo, molestatore di sua sorella gemella, con manie di controllo, che pensa di essere superiore alla legge, in base alla sua influenza economica.
Hannibal Lecter e Will Graham
IL personaggio principale è ovviamente Hannibal Lecter, interpretato da Mads Mikkelsen talentuoso attore danese di cui vi ho accennato prima, i film che ha interpretato sono davvero molti e disparati, anche se predilige i drammi ed i ruoli da antagonista.
Hannibal è decisamente lo stesso che ho avuto modo di conoscere nei libri di Harris che ho letto, un serial killer spietato che trae gusto nel manipolare le persone, ma che al tempo stesso ha bisogno di sentirsi adulato, ed avere l'attenzione delle persone. E' ovviamente una figura negativa ed oscura ed a poco sono serviti gli sforzi nella serie di farlo agire sporadicamente come se gli importasse di Graham, piuttosto che non di Dolarhyde, presumo episodi simili siano presenti anche nelle altre due stagioni precedenti, tutto quello che Hannibal vuole è affermare la sua supremazia mentale, ed imporre la sua volontà. Quello che ad un certo punto rende intollerabile il suo personaggio è la mancanza di un valido antagonista che sappia bilanciare il suo strapotere, ecco in questo la serie è deficitaria, non si crea nessun pathos, non c'è nessuna suspense, sappiamo già ancora prima che la puntata finisca, che vedremo un bel sorriso compiaciuto sulla faccia di Hannibal, perché tutto è andato come lui aveva stabilito, è incredibile che riesca a farlo dietro una cella con tanto di cristallo temperato ma è così. Lo sentiremo inoltre mentre parla con voce calma e serafica che non è lui il reale responsabile di quella situazione, ma tutti gli altri che sono caduti nel tranello che lui aveva preparato per loro, non importa come lui è sempre tre passi avanti a tutti gli altri.
Non è certo Hannibal il responsabile dell'aggressione da parte di Francis Dolarhyde alla famiglia di Graham, lui ha solo comunicato al Drago Rosso-nome del serial killer che fa strage di famiglie- l'indirizzo di casa dell'agente dell'FBI, il resto la ha fatto Graham da solo perché ha accettato di collaborare alle indagini sul serial killer. Qui io mi aspetterei un po' di carattere di parte di Will Graham, che cercasse di ribadire qualcosa, una qualunque cosa che non lo metta come al solito in un cono d'ombra, come remissivo mentalmente nei confronti di Hannibal, abbiamo lasciato che lo facesse Clarice Starling ne “Il Silenzio degli Innocenti” in queste serie non capiterà mai. Will Graham resta un personaggio piatto, che si crede migliore degli altri perché agisce secondo degli ideali, che crede di fare sempre la cosa giusta per aiutare gli altri, ma che non fa altro che agire come Hannibal vuole che lui agisca, facendo di fatto il lavoro sporco in sua vece al di fuori del manicomio dove lui è rinchiuso, insomma il braccio dei piani tortuosi e morbosi del cannibale.
Infine giusto per sdrammatizzare, o meglio cercare di riabilitare Hannibal del suo comportamento terribile, si lascia credere allo spettatore che il vero fine dello psichiatra cannibale era di far comprendere a Will Graham che cosa Dolarhyde realmente facesse alle famiglie uccise, certo ha messo in pericolo la sua famiglia, ma lo ha fatto a fin di bene, per aiutare Graham a capire meglio come il serial killer agisse, farlo avvicinare alla sua 'opera', piuttosto scadente come trovata, ed anche questa è una costante della terza stagione e del personaggio.
Hannibal è anche un personaggio piuttosto facile da leggere, nonostante sia estremamente intelligente, e non manchi di autocompiacimento, vuole a tutti i costi essere accettato dalle persone che accidentalmente attirano la sua attenzione, e delle quali decidi di circondarsi, vuole il loro rispetto, la loro lealtà e devozione, ovviamente lui a queste persone non deve invece niente neppure considerazione e rispetto, come potrebbe essere diverso?
Hannibal vuole manipolare a tal punto le menti altrui da spingerli ad agire esattamente come lui farebbe, in modo da potere affermare che tutti sono egoisti, crudeli, incapaci di provare empatia e sentimenti ed emozioni. Ed in certi casi ci riesce, spingendo sia Graham che la Bloom a comportarsi in modo orribile, sconsiderato, e manipolatore al semplice scopo di fargli affrontare le loro azioni, metterle a confronto con le sue e confutare che alla fine se lui è un mostro, loro che sarebbero persone normali, sono ed agiscono in fin dei conti peggio di lui.
In effetti per Hannibal tutti sono serial killer, o potrebbero diventarlo, sono crudeli con l'innato istinto di uccidere anche chi è inerme e privo di colpe, solo così per puro gusto, quindi lui non è una 'anomalia sociale' ma piuttosto lo standard.
Altra cosa tipica di questo personaggio è la scaltrezza con cui sfrutta gli altri, non fa mai niente per niente, se si avvicina a qualcuno è solo perché gli è utile, oppure perché è un'ottima esca per qualcun altro che vuole diciamo, intrappolare nella sua tela di macchinazioni.
In questo quadro trova il posto perfetto tutta la vicenda di Abigail, una ragazza figlia di un serial killer di cui Hannibal vuole prendersi cura, ma che di fatto tiene accanto a se solo per manipolarla ed utilizzare l'affetto che Will Graham prova per lei a proprio vantaggio.
Nella terza stagione infatti vediamo che Hannibal non fa altro che plagiare Abigail a considerare suo padre perfettamente normale, lui aveva portato a 'caccia' la figlia, infatti era con lei che sceglieva le sue prossime vittime, ed a questo punto mette a confronto Abigail con il cadavere del padre nel proprio studio, invitandola a tagliargli la gola esattamente come il padre aveva fatto con la figlia per non farla arrestare, secondo alcuni sarà un preludio di come Hannibal ucciderà la ragazza, ma non ne sono del tutto convinta, ma potrebbe essere una buona intuizione.
Abigail inoltre è utilizzata anche per gettare fuori dalla finestra Alana Bloom la quale, per sfuggire all'inseguimento di Hannibal-ultima puntata della seconda stagione-si era rifugiata nella camera al piano di sopra.
Anche il suicidio della ragazza è un ulteriore messa in scena che Hannibal utilizza come arma contro Will, o meglio direi ripicca, poco intelligente come soluzione ma è chiaro che sia solo un dispetto fare credere a Graham che Abigail si sia suicidata, uno stratagemma per mettere pressione su di lui e riuscire a manipolare il senso di colpa che ne viene, Hannibal adora mettere Will difronte ai suoi tentativi di redenzione e salvataggi falliti, fra le altre cose.
Graham del resto ha la brutta tendenza di volere salvare a tutti costi sia Hannibal che Abigail, a mio avviso non c'è niente da salvare in entrambi, sono tutti e due pessimi, ed infatti finirà per non salvare nessuno dei due.
Ma tornando al comportamento di Hannibal, in realtà tutto quello che vuole è essere accettato per il mostro che è, essere salvato e cambiare la sua natura non gli interessa, quindi chi meglio di Abigail può capirlo, lei che ha avuto un serial killer per padre? Inoltre quale strumento migliore che non lei per tenersi vicino Will Graham, in modo da riuscire a convincerlo ad accettare la sua reale natura, anzi fargli capire che anche lui in fondo è un assassino?
Facendo così Hannibal cerca di costruirsi una specie di 'famiglia' di serial killer, ed infatti progetta di andare via con la ragazza e Will per ricominciare una vita assieme, quando però alla fine della seconda stagione Graham avvisa Hannibal che l'FBI sta andando a casa sua per arrestarlo, capisce che Abigail non gli serve più, capisce benissimo che Will lo ha tradito e così, come vendetta finale taglia alla ragazza la gola davanti ai suoi occhi, non prima di averlo ferito lungo lo stomaco orizzontalmente, questo gli lascerà una cicatrice, quello che Bedelia definisce “Un particolare marchio” e Will chiama “Un sorriso”.
L'altro personaggio principale della serie è Will Graham interpretato da Hugh Dancy.
Dancy diventò più popolare grazie ad una piccola parte in King Arthur del 2004, con Clive Owen come protagonista, sul set ha conosciuto Mads Mikkelsen anche lui nel cast. Ha partecipato come personaggio minore nella seconda stagione di “The Big C” del 2010-2013, attualmente è uno degli interpreti di “The Path” arrivata alla terza stagione nel 2017.
Come ho già elencato, per diverse ragioni Will Graham non riesce a bilanciare il personaggio di Hannibal, qui è sia una questione di interpretazione e presenza, Dancy ha lacune in entrambe, tanto quanto della maniera in cui sia stato costruito il vero e proprio personaggio di Will.
Il personaggio di Will Graham è caratterizzato di fondo sulla interpretazione, aspetto incluso, del primo attore che lo ha interpretato in “Manhunter, Frammenti di un Omicidio”: William Petersen.
Stessa fragilità, stessa gestualità, almeno Dancy lo ricorda, ma tutto il resto che viene fuori è un personaggio piccolo e fragile, messo sempre all'angolo dagli eventi che lui stesso contribuisce a complicare, il quale prende decisioni sbagliate, che si fa manipolare da Hannibal senza rendersene conto, mentre decide di non dare ascolto a chi veramente ci tiene a lui, con la tendenza a volere salvare il mondo, compreso uno come Hannibal, per il quale non c'è redenzione che tenga.
Quello che ho trovato è che questo personaggio sia stato man mano ricopiato sullo stereotipo del manga yaoi -fumetto erotico/pornografico giapponese a tematica gay- infatti non si spiega troppo allo spettatore riguardo le sue sensazioni, ma ci viene solo mostrato quello che fa, spinto da un senso di responsabilità e del dovere che prescinde su tutto, anche sul buon senso. Insomma non importa se Will si troverà in situazioni pericolose, che metteranno a rischio la sua vita, e quella di chi per loro sfortuna, gli sta attorno, lui deve fare quello che deve fare, anche se non gli piace, anche se non vuole, anche se in partenza sa che avrà delle serie conseguenze, niente agisce comunque.
Un personaggio con più carattere sarebbe rimasto alla larga da Hannibal-trama permettendo- ma niente lui non può farne a meno, deve andarlo a cercare in Europa, ed anche dopo che cerca di aprirgli la testa con una sega circolare, lo ignora per tre anni tranne poi decidere di coinvolgerlo nuovamente in un'indagine su un nuovo serial killer, qui sinceramente perdo le speranza che ci possa essere qualcosa da comprendere in questo personaggio. Posso dire che sia Will a causare tutti i disastri che avvengono, perché per un motivo o un altro agisce esattamente come Hannibal, o altri, hanno deciso che lui dovesse agire, ed anche perché ossessionato all'idea di uccidere Hannibal per non diventare esattamente come lui. Questa è una motivazione debole che faccio fatica a comprendere, anche perché in questa terza stagione non fa altro che stare due passi indietro ad Hannibal senza riuscire mai a prevedere le sue mosse, quando se ne rendo conto lo accetta passivamente, quasi senza battere ciglio.
Anche nei dialoghi con Bedelia da la stessa impressione, di essere passivo e manipolabile, intendo fra tutti gli altri psichiatri che avesse potuto scegliere lui opta per quella che è stata complice di Hannibal, e che per indole è quella che gli si avvicina maggiormente, pessima scelta.
Neppure quando escogita la finta evasione di Hannibal per catturare Francis Dolarhyde le cose vanno secondo i suoi piani, ed alla fine anziché uccidersi l'un l'altro, Hannibal al solito lo coinvolge in una lotta che si conclude con la morte di Francis proprio per mano di Will, che era esattamente dove Hannibal voleva portarlo, l'epilogo perfetto che il dottore aveva pianificato per lui.
Il Will Graham dei libri era un talentuoso profiler, molto atletico e volitivo, che non si faceva nessuna specie di affrontare a muso duro Crawford oppure Hannibal stesso, una persona che amava la vela e la vita, non qualcuno che stava sempre a rimuginare sull'amicizia che avesse con un serial killer come il Graham della serie tv. Inoltre l'interpretazione di Dancy toglie ancora di più al personaggio che già si presenta debole, non aggiunge né toglie niente, anzi la recitazione rigida di Dancy accentua ancora di più i difetti del personaggio.
Relazione fra Hannibal Lecter e Will Graham: La Teoria della storia d'amore
C'è stato questo tormentone per tutta l'intera serie, partito in sordina dalla prima stagione, che in realtà fra i due ci sia una specie di relazione, addirittura che siano innamorati, insomma una storia d'amore, la cosa più scontata che ci sia alla fine per una serie definita da moltissimi 'insolita ed innovativa'.
Capisco che la debolezza e remissività di Graham potrebbero portare a pensarlo, capisco che molti sono rimasti spiazzati da alcune scene che alcuni hanno definito omoerotiche, dei tocchi abbastanza inusuali per le interpretazioni a cui il pubblico americano sia abituato, sguardi, sospiri, sorrisi e chi più ne ha, ne metta, ma personalmente non ho trovato alcun riscontro nella terza stagione della serie che ho visto, nessuna attrazione, nessun erotismo, niente sensualità, niente che andasse in questa direzione per farla corta, quindi mi qualifico fra le scettiche e critiche in merito.
Aggiungo così, per chi avesse deciso di non accorgersene, che moltissimi di questi 'indizi' fanno parte della recitazione di Mads Mikkelsen e della sua espressività, infatti anche in altri ruoli la sua recitazione intensa ed emotiva colpisce, soprattutto per delle caratteristiche espressioni facciali, fra le quali il modo che ha di respirare/sospirare/inspirare gonfiando il petto, oppure lo sguardo.
Hannibal è un serial killer che gode nel manipolare le persone, questo è il primo punto che tutti dovrebbero avere ben chiaro, comunque tutti i serial killer, quelli reali non inventati, sono tendenzialmente promiscui, o dandogli una definizione specifica bisessuali, quindi perché tutto questo scalpore se anche Hannibal provasse attrazione per Will? Ovviamente si tratta ne più ne meno di qualcosa a livello mentale, non parlerei neppure di amicizia perché i serial killer, ed Hannibal Lecter non è differente, non provano affetto, non empatizzano, non provano pietà, compassione, figurarsi provare sentimenti profondi come l'amore e l'amicizia.
Se Hannibal alla fine non è mai stato innamorato di Alana Bloom, con la quale ha avuto una relazione classica, con un corteggiamento, degli appuntamenti, rapporti sessuali, perché e come potrebbe esserlo di Will Graham? Entrambi gli sono utili, o gli sono stati utili, più o meno come Abigail, ed al momento giusto si sbarazzerà di loro come accade infatti, oppure gli toglierà quello che hanno di più caro e prezioso, o le persone che amano, come si evidenzia nella seconda parte della stagione, quando si trattano le vicende dell'uomo drago, o anche, in ultima ipotesi, li mangerà, come Bedelia stessa dice ad Hannibal a Firenze prima che lui fugga dopo l'omicidio dell'ispettore Pazzi.
Hannibal Lecter ama sapere di avere un potere su tutti quelli che lo circondano, vuole spasmodicamente essere ammirato, adulato, in questo non dimostra di essere tanto diverso da chiunque altro, solo che in lui il livello di attenzione che chiede è superiore alla normale soglia. Insomma necessita in modo quasi patologico di apprezzamento e considerazione, quindi come tutti gli altri essere umani che disprezza, anche lui ha una carenza di autostima, oppure non gli basta sapere di se stesso che è intelligente, arguto, astuto, ha bisogno che gli altri glielo riconoscano.
Quindi Hannibal trae estremo piacere nel sapere che Will gli girerà attorno, che lo cercherà per chiedere il suo aiuto, ma perché questo significherà anche riuscire ad ottenere qualcosa in cambio, infatti il nostro dottore non fa mai niente per niente, e per essere qualcuno che dovrebbe provare amicizia, o amore, genericamente 'affinità' per Will Graham, gli mente, lo manipola, tenta più volte di farlo uccidere, o ucciderlo, più che esserne innamorato è solo ossessionato dal riuscire ad avere la sua vendetta, o prendersi una soddisfazione, o cambiare la sua natura.
Molti esagerando, ma si tratta di fannibals per cui non siamo difronte alla più obbiettive delle opinioni, vedono nel tentativo di far uccidere la famiglia di Graham, una manifestazione di gelosia da parte di Lecter. Si insomma Hannibal secondo questa teoria manderebbe Dolarhyde ad uccidere moglie e figlio-va bene figliastro- di Will semplicemente per gelosia emotiva o sentimentale, dato che lui non può averlo, nessuno deve, né tanto mento Will merita di essere felice se questa felicità non gli concessa da Hannibal, che poi inciso Hannibal non può dare nessuna felicità.
Questa analisi è completamente sbagliata, molti decidono di non prestare attenzione alla chiarissima frase che Dolarhyde dice ad Hannibal durante una seduta psichiatrica immaginaria che i due hanno, il grande drago rosso stima il cannibale, gli confessa Francis, ed ovviamente una volta divenuto tale si presenterà a lui nel suo splendore ed ucciderà Lecter, per assorbire il potere dello stesso, quindi con la logica, che spesso quando si è toccato questo tema è venuta meno, l'unico modo che il dottore ha di restare vivo e mettere Will Graham e l'FBI di mezzo, se Dolarhyde venisse ucciso lui si libererebbe di questa minaccia, se invece fosse il contrario avrebbe in ogni caso compiuto la sua vendetta su Graham. Oltretutto nel caso in cui Will uccidesse il serial killer potrebbe finalmente dimostrare che entrambi hanno la stessa identica natura, ergo sarebbe in ogni caso soddisfatto perché ha avuto ragione su Graham, o si è liberato di lui.
Ecco credo che questa sia l'origine dell'ossessione di Hannibal per Will, si insomma né più né meno di una manifestazione di predominanza mentale, e più il gioco si fa lungo, più interessante diventa per Hannibal.
Questo spiega i lunghi ed estenuanti dialoghi che i due hanno nella precedenti stagioni della serie, il perché sia semplicemente soddisfatto quando Graham cerca di farlo uccidere da un altro omicida, più che essere sorpreso, o arrabbiato. Oppure quando Will finisce per far del male a delle persone che lo circondano, perché non ha tenuto conto dei danni collaterali.
Insomma c'è questo costante, estenuante, sfinente tentativo di mettere sottosopra la testa di Graham, e distorcere i suoi principi, lasciargli pensare che sta agendo per salvare delle persone, per dei principi nobili, e finire invece per causare dolore e perdere o danneggiare le stesse persone che Will vorrebbe salvare, anche questa è una cosa che piace molto ad Hannibal.
Will, esattamente come lo stereotipo del fumetto erotico giapponese, in cui il personaggio positivo si forza a fare delle scelte anche se non vuole, indipendentemente se questo lo farà stare male emotivamente e fisicamente, si sente costretto ad agire in un certo modo, e pur sapendo che finirà male anche prima di iniziare, agisce comunque, davvero un personaggio costruito per il sacrificio sterile, che arriva piatto.
Per quel che riguarda i sentimenti di Will Graham il personaggio è talmente tanto fragile che è difficile dire se provi dei sentimenti, la maggior parte delle volte sembra una barca in mezzo alla corrente, odia Hannibal ma lo avvisa quando stanno per arrestarlo a Baltimora, ed altre varie contraddizioni, a domanda diretta non ha mai una risposta chiara, questo ha alimentato le ipotesi che Will possa essere attratto da Hannibal, o addirittura innamorato di lui.
Tutti gli indizi che milioni di 'fannibals'-gli stessi che poi danno fondo a delle perversioni vere e proprie, fantasie morbose e sessuali basate su questa serie, in disegni, fan fiction, e discussioni chilometriche-sono frasi e fotogrammi che sono stati estrapolati, analizzati, fatti a pezzi e rimessi insieme perché andassero in questo tipo di direzione.
La famosa frase di Bedelia a Will riguardo la fatto che entrambi sono stati le “Spose di Frankstein”, si riferisce non al loro rapporto sublimato di mogli- ritorna il concetto yaio/uke di Will- ma invece una citazione al romanzo de “La Creatura del Dottor Frankestein” perché sia Bedelia che Will sono stati letteralmente fatti a pezzi da Hannibal, mentalmente ed emotivamente e rimessi assieme secondo le precise necessità del cannibale, è abbastanza lampante.
Altro elemento che viene fuori durante una seduta fra Graham e Bedelia, nella quale si sviscera la natura dei sentimenti che Hannibal prova per lui, è quando Bedelia passa dall'ammettere di desiderare essere l'ultima moglie di Barbablù, se proprio deve scegliere di esserne una, al chiedere come si senta ad essere stato segnato con il marchio del cannibale, allora Will pone una domanda diretta alla psichiatra riguardo Hannibal sui suoi sentimenti per lui.
Infatti abbiamo questa frase, del tutto priva di contesto, in cui Graham ha conferma da Bedelia che Hannibal sia innamorato di lui, ma ho trovato questo dialogo forzato, si passa da una citazione su Barbablù a questo in pochi secondi, passaggio frettoloso, oltretutto il dialogo è monocorde come sempre, quindi emozioni a parametro zero.
Ci potrebbero essere molte ragioni per cui Bedelia afferma che Hannibal sia innamorato di Will, forse è solo una sua convinzione personale o professionale, magari invece è solo qualcosa che gli rivela per metterlo sotto pressione, in ogni caso trovo che non sia una rivelazione sconcertante, ed è mal costruita nel contesto in cui è inserita, sostenuta da pochissimi elementi.
Spesso infatti Hannibal e Bedelia durante il loro soggiorno a Firenze, conversano riguardo Will Graham, e lei è convinta che Hannibal sia ossessionato dal lui, in un certo senso è anche scontato che lo sia, perché con lui ha un conto in sospeso, ha finto di essere come lui per cercare di raccogliere prove che Hannibal fosse lo squartatore di Chesapeake, in parte teme le sue azioni, dato che ha potuto studiarlo da vicino e che ha imparato bene il suo modo di agire e pensare, ed in ogni modo che provi desiderio di vendetta è abbastanza scontato.
Hannibal ha psicoanalizzato Will, soprattutto dopo l'inscenato suicidio di Abigail, infatti il senso di colpa di quest'ultimo gli serviva per abbassare le sue difese, renderlo vulnerabile e facilmente manipolabile. Ma per la legge di contrappasso anche Hannibal si è esposto a Will, raccontandogli di sua sorella Misha, del suo passato, e quindi l'uno ha scoperto qualcosa di più dell'altro.
Insomma potremmo dire tranquillamente che hanno cercato reciprocamente di manipolare i rispettivi cervelli, e forse Hannibal ha volutamente lasciato entrare Will perché credeva che questi potesse essere un perfetto serial killer, o meglio che avrebbe potuto esserlo con i giusti incentivi, diciamo che era un progetto di Hannibal, e per far funzionare il suo piano, necessariamente doveva mostrarsi più apertamente a Will.
Sicuramente Bedelia avrebbe voluto essere al posto di Will Graham, in questa specie di connessione mentale con il cannibale, far parte di questo gioco cerebrale, magari occupare un posto più importante per Hannibal, ricordo infatti che ritiene Will Graham il più grande fallimento di Hannibal, lo dice a Chiyoh a Firenze. Bedelia inoltre ha uno strano rapporto con Hannibal, sembra condiscendente, a volte distaccata, altre infatuata morbosamente di lui, altre ancora aiuta Graham e lo mette in guardia contro il cannibale per liberarsene.
Posso pensare che anche Bedelia è lo specchio di Hannibal, infatti fra tutti gli altri che hanno avuto a che fare con lui, lei è l'unica a non essere mai stata realmente in pericolo di vita, né è mai stata minacciata di morte, né ferita, e mano che mai aggredita. Forse la superbia di Bedelia è tale e quale a quella di Hannibal, e per quanto non lo ammetterà mai anche lei come Will, cerca di cambiare la natura di Hannibal, o se vogliano 'trattenere' la sua necessità di uccidere.
Tornando a Will ed Hannibal, ed a quella frase, credo sinceramente che non ci sia niente di così sconcertante, né niente che possiamo dire sia un vero sentimento, dato che da quel momento in avanti Hannibal cercherà di rovinare la vita di Will a tutti i costi, ma semplicemente perché tenerlo sempre in costante tensione, vederlo soffrire gli da molta soddisfazione che non ucciderlo su due piedi, una volta ucciso finirebbe il divertimento per lui. Insomma la classica attitudine dei serial killer che ama stare al centro della scena, ama tramare ed avere attenzione. Che cosa avrebbe potuto fare Hannibal chiuso in un manicomio e lontano dal mondo esterno, se non cercare di far durare il più a lungo possibile l'indagine su Francis Dolarhyde? In questo modo sarebbe stato nuovamente al centro dell'attenzione, ed Hannibal vuole disperatamente essere adulato.
Chiaramente potremmo anche dire che Hannibal e Will sono due facce opposte dello stesso specchio, sarò banale bianco e nero, lo ying e yang, energia positiva ed energia negativa, luce e buio, la nemesi l'uno dell'altro e che cercano di prevalere l'uno sull'altro in un continuo cambio di equilibri e di fronti, c'è anche sicuramente qualcosa di psichiatrico, ma tutti tendono a dimenticare che Hannibal è uno psichiatra per cui l'ambiguità- aiutata dalla padronanza del lessico- anche negli atteggiamenti è abbastanza comune, Graham poi che non offre molta resistenza alle manipolazioni di Hannibal da il via a degli appigli, ma in definitiva chi chiama amore questo rapporto a chi devasta più in fretta l'altro, ha un concetto davvero deviato di che cosa sia l'amore vero, forse è più amore morboso verso i propri progetti manipolatori che non amore verso qualcuno.
La scena dell'ultima puntata della terza stagione ci fa vedere infatti un Will Graham abbastanza distante e glaciale, mentre Francis irrompe in casa di Hannibal e si appresta ad ucciderlo, accostandolo nell'atteggiamento ad Hannibal che come sempre è distaccato ed indifferente nei confronti di tutti, appunto Will finisce per diventare il riflesso di Hannibal nello specchio.
Potrebbe essere più azzeccato anche ipotizzare che Will Graham sia vittima della sindrome di Stoccolma, vale a dire durante i maltrattamenti subiti nel tempo da parte di Hannibal, finisce per provare un sentimento positivo nei confronti del proprio aggressore/carnefice, in questo caso amplificato dalla terapia psichiatrica di cui Will Graham è oggetto, questo può arrivare fino alla totale sottomissione volontaria, instaurando una specie di alleanza e solidarietà fra i due.
Sul sito Den of Geek ho trovato inoltre il vero apice riguardo le questione relazione/amore, che raccoglie in poche righe tutte le strampalate teorie dei 'fannibals' dentro la fandom della serie TV.
In questo articolo si andava a ripescare un vecchio film “Creator del 1985, interpretato da Peter O’Toole’s Dr. Harry Wolpe. Nella pellicola si creava una specie di 'formula dell'amore':
Count the number of times in a day that you think about yourself and then the number of times you think about the object of your ardour. Compare the two.
Quindi non avrebbe molta importanza il sentimento, ma solo i pensieri che facciamo sulla persona di cui saremmo innamorati, innamorarsi è di base una questione egoistica, pensiamo solo a come questa persona debba soddisfare i nostri desideri, oppure le nostre aspettative. Innamorarsi diventa un'equazione matematica, il numero di volte che pensiamo alla persona da cui siamo ossessionati, ma che in realtà sarebbe il numero di volte in cui desideriamo essere amati, o soddisfatti, oppure altro. Ossessioni, pensieri egoistici, desideri da far realizzare all'altro/a quindi e niente di più.
Ora, mettendo i piedi per terra, e guardandoci allo specchio con onestà, se davvero fossimo oggetto di una tale 'ossessione' che arrivi a livelli così acuti di morbosità e nocività, non saremmo i primi a cercare di liberarci di questa persona? Non definiremmo il suo interesse malato, pericoloso e tutto fuorché un vero sentimento d'amore? Perché dovremmo mai applicare la logica di un film-quindi finzione- alla vita reale, alle relazioni che intercorrono fra le presone nella vita comune di tutti i giorni, e trovare che sia la ricetta perfetta per confezionare la definizione dei sentimenti? Noi lo vorremmo davvero un sentimento del genere? Siamo sicuri?
Qui metto il testo ideato per la campagna contro la violenza sulle donne
- non è amore se ti fa male.
- non è amore se ti controlla.
- non è amore se ti fa paura di essere quello che sei.
- non è amore se ti picchia.
- non è amore se ti umilia.
- non è amore se ti proibisce di indossare i vestiti che ti piace.
- non e 'amore se dubiti della tua capacità intellettuale.
- non è amore se non rispetta la tua volontà.
- non è amore se fai sesso.
- non è amore se dubiti costantemente della tua parola.
- non è amore se non si confida con te.
- non è amore se ti impedisce di studiare o di lavorare.
- non è amore se ti tradisce.
- non è amore se ti chiama stupida e pazza.
- non è amore se piangi più di quanto sorridi.
- non è amore se colpisce i tuoi figli.
- non è amore se colpisce i tuoi animali.
- non è amore se mente costantemente.
- non è amore se ti sminuisce, se ti confronta, se ti fa sentire piccola.
Il nome è abuso.
E tu meriti l'amore. Molto amore. C'è vita fuori da una relazione abusiva.
Che cosa vi ricorda?Quindi cercate di essere realisti ed onesti, smettiamola di essere volutamente 'alternativi' anche nei sentimenti, per questi non c'è nessuna alternativa.
Questo è solo per dare un ulteriore prova di come tutto su questa suddetta relazione fra Graham ed Hannibal sia stata portata all'estremo a tal punto da non vedere che è solo un gioco di scatole cinesi, un vicolo cieco, specchietti per le allodole.
Ho trovato un video su YouTube in cui in modo abbastanza calcato veniva analizzata questa teoria della storia d'amore, e credevo avesse piuttosto senso prima di vedere questa terza stagione, ma adesso penso l'opposto, perché tutto quello che si è analizzato e ha portato a confutare la famosa attrazione fra Will ed Hannibal, sono scene estrapolate dal loro contesto, battute volutamente mal interpretate, ma alla fin fine ognuno ci vede quel che vuole, soprattutto quando ci sono tematiche gay di mezzo le illazioni si sprecano, il video metteva anche l'accento sulla moglie di Will Graham che era presente solo per mezza puntata, mentre la sua presenza è notevole, certo non è lei il personaggio principale quindi non può avere le stesse scene dei due protagonisti.
Un'associazione arcobaleno americana addirittura ha esaltato la serie perché per la prima volta si è rappresentato due gay che non si preoccupano della loro sessualità ma che la accettano e la vivono. Questa analisi la trovo preoccupante, primo perché non c'è niente che indichi che siano una coppia, secondo perché uno è un serial killer cannibale che non prova sentimenti ed ama solo manipolare e farsi adulare dalle persone, tipico della personalità narcisistica di tutti i serial killer oltre che della sociopatia, il secondo è un profiler dell'FBI che indaga su crimini efferati e che quindi ha sviluppato diversi problemi legati a fattori di stress ed emotivi, per non menzionare il fattore di disumanizzazione tipico di chi vive queste situazioni per lungo tempo, terzo perché è assurdo idealizzare una coppia del genere, non tanto perché si voglia credere che siano gay o meno, ma perché sono due soggetti instabili con enormi problemi emotivi, sarebbe come dire che va bene tutto purché ci siano più coppie gay rappresentate nel cinema.
Ma del resto è una tendenza comune in questi anni, magnificare ed idealizzare tutti i progetti, film e non, che siano a tematica gay, dandogli critiche entusiastiche, elogiandone la sceneggiatura, ricoprendo gli interpreti di premi, anche progetti brutti come “Carol” oppure “The Danish Girl”.
Greta Ughi: Appassionata di fenomeni culturali e sociali del nuovo millennio e di tendenze dei social media, ha un occhio puntato su tutto quello che è virale sul web. Interessata alle nuove tecnologie e tendenze internet e come influenzano la socializzazione fra le persone nella vita reale.

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