La giada
è una pietra ornamentale mineralogicamente appartenente ai silicati.
Spesso presenta un tono verde/verdastro per effetto della presenza del
Cromo. Il nome giada deriva dallo spagnolo "pedra de la hijada",
ossia pietra dei fianchi, dato il suo presunto potere benefico sui lombi
e sui reni, e risale al tempo della conquista spagnola dell'America
Centrale, dove questa pietra era molto apprezzata e lavorata finemente.
La giada è una pietra ornamentale mineralogicamente appartenente ai
silicati. Spesso presenta un tono verde/verdastro per effetto della
presenza del Cromo.
Con il nome di giada
sono commercializzati numerosi oggetti che, in realtà, possono essere
costituiti da giadeite, da nefrite (come si è dimostrato nel 1863) o
anche, benché impropriamente, da serpentino. Il motivo di questo
equivoco è dovuto al fatto che giadeite e nefrite sono specie
mineralogiche difficilmente distinguibili.
GIADEITE E NEFRITE
La giadeite
è un minerale il cui nome deriva dallo spagnolo "pedra de ijada", ossia
pietra del fianco, dato il suo presunto potere benefico sui lombi e sui
reni. La giadeite (che è uno dei principali costituenti della giada) fa
parte dei pirosseni alcalini assieme all'egirina, con cui forma
soluzioni solide. È un inosilicato importante in ambito metamorfico,
perché se reagisce con acqua dà il glaucofane, che assieme al granato
forma le eclogiti. Un'altra reazione che coinvolge la giadeite, sempre
in ambito metamorfico, è quella con il quarzo a dare il feldspato
plagioclasio albite.
Il colore della
giadeite presenta toni bianchi e verdi del tutto particolari, uniformi o
a macchie, con lucentezza grassa e aspetto traslucido che la rendono
particolarmente apprezzata dai popoli orientali. Si rinviene soprattutto
nelle aree alluvionali della Birmania.
La nefrite
è un minerale il cui nome deriva dal greco "nephron", cioè rene, a
causa del suo utilizzo nell'antichità come amuleto nei confronti delle
malattie dei reni. Si tratta di una varietà di actinolite che può
presentarsi in moltissimi colori: giallastro, bruno, rossastro ma anche
bianco o grigio, ma la più pregiata è la qualità verde. Può infine
presentarsi maculata o striata. Con una lucentezza assolutamente simile a
quella della giadeite, una durezza comparabile e una gamma di colori
simile, viene con questa facilmente confusa e comunemente indicata col
termine generico di giada.
Quando forma aggregati
microcristallini ha una struttura fibrosa (come l'actinolite) che,
unita all'elevata durezza, la rende ancora più tenace della giadeite.
Quando invece è monocristallina è fragile.
Il nome “giada” deriva dallo spagnolo pedra de ijada,
ossia “pietra dei fianchi”,
dato il suo tradizionale potere benefico sui lombi e sui reni, e
risale al tempo della conquista spagnola dell’America centrale, dove
questa pietra era molto apprezzata e lavorata finemente. Nell’antica
Cina era una pietra sacra
usata per fabbricare le urne in quanto si credeva che avesse il potere
di impedire la corrosione e di scacciare gli spiriti maligni. Nella
letteratura cinese tradizionale, l’oro e la giada sono spesso
menzionati insieme e sono considerati simboli di ricchezza. Anche oggi,
il prezzo della giada di buona qualità non vale meno di un pezzo d’oro
dello stesso peso. Confucio (551-479 a.C.) afferma che la giada possiede undici virtù,
tra cui la benevolenza (è dolce e lucida al tatto), la fedeltà (non
irrita mai la pelle), l’educazione e la sincerità (un difetto nella
giada non si nasconde mai). La cultura confuciana predicava inoltre che
un uomo doveva definire i suoi modi e la sua condotta in accordo con
le virtù della giada.
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